Il futuro dell’energia viene dallo spazio?
Scenario fantascientifico oggi, ma è letteralmente solo guardando la luna e non il dito che si può pensare di realizzare quei salti quantici a livello di tecnologia capaci di cambiare il mondo.
Addirittura, un team della Washington State University, in un recente studio apparso sull’International Journal of Astrobiology, stima che, realizzando un satellite che utilizzi il vento solare per generare energia, si potrebbe soddisfare un multiplo di tutto il fabbisogno energetico terrestre.
E’ bene ricordare che il vento solare (nella foto) non è da intendersi come quello terrestre, catturabile tramite pale rotanti, ma consiste un flusso continuo di particelle provenienti dal Sole, in prevalenza protoni ed elettroni, che, sfuggite alla gravitazione del sole, si diffondono su tutto il sistema solare alla velocità di centinaia di km al secondo: il satellite in parola, dunque, userebbe un filo di rame caricato elettronicamente per catturare gli elettroni e produrre energia elettrica.
Il principale problema pratico, come in tutti gli altri progetti “spaziali” di generazione energia elettrica, è dato dalla trasmissione di tutta questa energia catturata verso la terra: nel progetto in questione si parla di un raggio laser che trasmetterebbe l’energia verso il nostro pianeta, ma è bene ricordare che allo stato attuale, anche i raggi laser più fini perderebbero gran parte della loro energia nel tragitto verso la terra.
Imprescindibile, dunque, risulterebbe realizzare raggi laser infinitesimamente più focalizzati di quelli esistenti.Il principale problema pratico, come in tutti gli altri progetti “spaziali” di generazione energia elettrica, è dato dalla trasmissione di tutta questa energia catturata verso la terra: nel progetto in questione si parla di un raggio laser che trasmetterebbe l’energia verso il nostro pianeta, ma è bene ricordare che allo stato attuale, anche i raggi laser più fini perderebbero gran parte della loro energia nel tragitto verso la terra.
Produrre energia solare catturandola dallo spazio però non è certo un’idea nuova e tantomeno una prerogativa esclusiva degli americani: già lo scorso autunno il Governatore della California Arnold Schwarzenegger aveva dato il via libera ad un progetto in partnership con la Pacific Electric, per mettere in orbita il primo impianto solare spaziale a 36.000 miglia sopra la Terra, un progetto che se tutto va bene vedrà la luce nel 2020.
Ma è dal Giappone che giunge la notizia del piano più ambizioso: lo scorso gennaio la Japan Aerospace Exploration Agency (JAXA) aveva reso nota la formazione di un consorzio insieme ai principali conglomerati dell’industria giapponese quali Mitsubishi, NEC, Fujitsu, Shimuzu e Sharp, che si sarebbe occupato di sviluppare un progetto mirato a generare energia solare catturandola dallo spazio.
L’idea è in estrema sintesi quella di catturare energia solare nello spazio tappezzando la Luna di pannelli solari, un’idea che ha l’ulteriore vantaggio dato dal fatto che il satellite del nostro pianeta rivolge sempre la stessa faccia alla Terra, potendo quindi mandare costantemente flussi di elettricità verso il nostro pianeta, sotto forma di laser o microonde.
Anche qui le incognite non mancano: tecnologiche (efficienza nella trasmissione dell’energia elettrica verso la terra), ambientali (non va dimenticata neanche l’energia bruciata per la propulsione necessaria a immettere in orbita megastrutture) e finanziarie, visto i faraonici investimenti necessari per simili imprese.
In ogni caso, è solo un bene che vengano esplorate anche queste strade.
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